MLP: Dopo dieci anni di attività del Master Lo Spazio in-forme, l’Istituto Nazionale di Architettura ha deciso di rinnovare la propria offerta formativa ridisegnando la struttura base del master sul digitale, cambiandogli addirittura il nome: dalla fase informe e cioè interamente sperimentale, non-orientata e plurivalente degli anni passati, ci muoviamo verso alcune tecnologie (modalità e strategie operative) emergenti, in modo ormai esplicito ed inequivocabile… Di che parliamo?
Fernando Rial: Parliamo della trasformazione che ha segnato la pratica architettonica negli ultimi 15 anni, proiettandosi pian piano dalla ricerca sperimentale all’esercizio della professione. Una trasformazione che ha comportato l’assunzione di metodi di lavoro, di sistemi di analisi e produzione del progetto, che da “Top-Down” sono divenuti “Bottom-Up”. Un sistema Top-Down parte da una “idea” prefissata e chiara del prodotto finale, e ci guida verso un orizzonte conosciuto che deriva in modo lineare da quella prima idea (quasi sempre intoccabile) che guida tutto il processo con poco margine di sperimentazione. Un sistema Bottom-Up stabilisce una serie di variabili (in forma di dati) correlate fra loro che, organizzandosi in forma emergente, attraverso lo sviluppo del sistema, arrivano ad un risultato finale (certamente inatteso rispetto a quello a cui saremmo arrivati se avessimo utilizzato il metodo Top-Down). I risultati di questo approccio sono la soluzione di un processo emergente di generazione formale. É qui che il mondo del design reincontra il mondo delle forme e dei processi naturali. I nostri strumenti algoritmico/parametrici non fanno altro che permetterci di simulare i processi di auto-organizzazione della natura.
MLP: Dal mio punto di vista, come direttore scientifico del master, è molto importante chiarire bene come questa svolta, si realizzerà attraverso un cambiamento apparentemente piccolo ma assolutamente radicale nella didattica. Non avremo più infatti un modulo di insegnamento dedicato alla modellazione avanzata ed un laboratorio di sintesi affidato ad un progettista, ma un unico momento di insegnamento tecnico e di esercitazione progettuale: gli strumenti di modellazione parametrica e generativa saranno gli strumenti di progetto e verranno insegnati attraverso il progetto!
Ci racconti un po’ di come funzionerà il flusso di lavoro del laboratorio, quali strumenti utilizzerete e quale sarà la relazione con Dario ed il modulo di script?
Fernando Rial: Il flusso di lavoro sarà molto semplice, nel senso che andremo passo-passo alternando teoria a pratica. Il tema da sviluppare nel laboratorio di progettazione ci guiderà verso strategie di generazione emergenti: useremo i dati raccolti nel modulo di Mapping per mettere in moto un sistema generativo, fissando una serie di vincoli e di obiettivi, impareremo a usare strumenti di modellazione come Rhinoceros, ed implementeremo il progetto attraverso un tool di programmazione visuale come Grasshopper. Successivamente attraverso il laboratorio di scripting di Dario Donato, potremo entrare ancora più nel dettaglio della ricerca formale, attraverso lo studio di algoritmi genetici e l’implementazione di fenomeni attraverso un sistema di programmazione a codice come Python.
MLP: Un altro aspetto che credo sia interessante mettere in luce è il rapporto con altri tool che oggi diventano sempre più interessanti come Arduino e, in modo diverso, le nuove stampanti per la fabbricazione ed auto-fabbricazione digitale. Di che si tratta?
Fernando Rial: L’assunzione nel mondo architettura e del design di tecnologie sviluppate in campi come l’industria delle macchine o dell’aeronautica, ha aperto la strada a grandi cambimenti nel processo di progettazione e di costruzione dei progetti. In questo senso, le stampanti 3D stanno entrando fortemente nel processo del design, per la loro capacita’ di controllare velocemente quello che si sviluppa al computer. Tutto questo modifica ed arricchisce il progetto di un modo nuovo e diverso rispetto alla pratica degli anni passati. Oggi il costo per l’acquisto di una stampante 3D è drammaticamente sceso.
Stampanti come la Makerbot o quelle open source come le RepRap potrebbero presto entrare in ogni studio in un modo che poco tempo fa non potevamo neanche immaginare…
Dario Donato: La ricerca in architettura e l’architettura “pratica” si stanno sempre più direzionando verso l’espressione di una complessità dinamica, verso organismi architettonici in grado di interagire con il contesto. Faccio particolare riferimento ad Arduino, con cui tramite una semplice scheda madre (programmabile dal progettista) e dei sensori collegata ad essa, possiamo applicare dei cinematismi o effetti al nostro corpo di fabbrica. Nel prossimo futuro potremo vivere una copertura in diverse configurazioni, in relazione ai dati ambientali e alle funzioni cui dovrà rispondere. Sarà un campo che permetterà grande ricerca e consentirà di rappresentare e vivere l’architettura in maniera totalmente diversa rispetto ad ora.
Altrettanto importante credo sia la seconda parte della tua domanda, dove fai riferimento alle stampante per la fabbricazione. Si tratta di stampanti che possono essere usate con diverse tecnologie, ereditate dal campo meccanico. Possiamo avere macchinari di tipo CNC, laser, Plasma, o stampanti che lavorano per prototipazione rapida. Il loro utilizzo consente al progettista di verificare con una certa attendibilità la realizzazione di una architettura complessa nella sua conformazione formale. Oggi quasi tutti gli studi di un certo livello sono dotati di macchinari simili e lavorano con modelli fisici. Reputo fondamentale l’apprendere i tools sopra menzionati, perché diventeranno il bagaglio con cui far emergere la propria creatività e qualità progettuale in un contesto di concorrenza globale.
MLP: L’altra grande novità nella struttura del master sono i tre laboratori integrativi dedicati alle bio-morfologie e all’uso di Maya, con Marcella Del Signore (master alla Cooper Union con Greg Lynn), al rapporto tra modelli fisici e digitali, con Salvator John Liotta, Taichi Kuma e Yuta Ito (che ci porteranno la pratica del laboratorio di Kengo Kuma a Tokyo) ed alla pratica del cantiere attraverso una esperienza di auto costruzione guidata da Alessio Battistella e lo studio Arcò architettura e cooperazione (forti delle loro esperienze in situazioni estreme e di emergenza). Penso che l’insieme di queste proposte porterà davvero una grande ricchezza alla nostra didattica…
Fernando Rial: Questa scommessa a favore di diversi metodi di insegnamento arricchirà enormemente gli studenti ed il master e darà una molteplicità di prospettive su come progettare. L’internazionalità dei docenti è un valore importantissimo per portare all’interno del corso nuove strategie e modi di pensare. Alzare lo sguardo per vedere come studiano e cosa realizzano i nostri colleghi in altre parti mondo, come Cina, Giappone o Stati Uniti, potrà darci una prospettiva nuova e diversa di come l’architettura contemporanea stia popolando città e nazioni. Roma, è un posto fantastico per imparare tutto questo. Due mila anni fa, l’architettura ed il design parametrico sono nati qui, con i libri di Vitruvio, le sue macchine, i primi artefatti parametrici; tutto questo non è poi così nuovo come sembra! Ma quello che è nuovo è avere un master di architettura digitale che ci dia l’opportunità di imparare queste tecnologie dall’esperienza di persone che le usano tutti i giorni e che vengono di altri posti del mondo…
Dario Donato: Valuto le nuove proposte e il cambio radicale che il master ha fatto, eccezionali nel suo contenuto e nelle persone che le rappresentano. Tutto ciò rappresenta un trampolino di lancio per il nostro paese, che al 2012 è paralizzato nel creare un dibattito serio su queste tematiche e proporre qualcosa di veramente interessante al passo con i tempi. In un mondo in cui la ricerca va avanti molto rapidamente, l’architettura italiana è sospesa tra un passato consolidato e un futuro che non vuole accettare (basti pensare che per costruire il Maxxi sono stati impiegati più di 10 anni, e per un’opera simile lo stesso architetto in Germania ne ha spesi 3). Tutti questi docenti ci daranno l’opportunità di confrontarci e ci faranno vivere come nel laboratorio “artigianale” del nuovo secolo, per la ricerca e l’espressione di nuove forme, la sperimentazione di nuovi materiali, il contatto con la materia, la simulazione tra corpo edilizio e la città…
Fernando Rial, laureato in architettura per l’ESARQ, Barcellona, ha conseguito il Master in Advanced Design e Digital Architecture (ADDA) presso la Scuola Elisava di Design, dal 2010 collabora con studio Fuksas a Roma come esperto di modellazione avanzata. Dario Donato, laureato in Ingegneria presso l’Università di Pisa, lavora presso lo studio NBBJ a Shanghai come esperto di computational geometry.
Alcuni Link suggeriti da Dario e Fernando:
Una lezione di Daniel Piker, creatore di Kangaroo (plug in di Grasshopper) allo Strelka Institute di Mosca.
Ancora: Bernard Cache, Genetic Architectures III: new biological & digital techniques / Arquitecturas genéticas III: nuevas técnicas biológicas y digitales., Santa Fe (USA) / Barcelona: SITES Books / ESARQ-UIC, 2009;
A proposito di fabbricazione digitale:
http://www.digitalcrafting.dk/?cat=16
http://www.arch.columbia.edu/labs/fablab
http://www.rhinofablab.com/
http://peterbooth.wordpress.com/
http://thearchitectstake.com/interviews/minday-architecture-creates-rapid-custom-fabricated-interiors/
Su Arduino
http://crtl-i.com/blog/2010/03/photocell-8×8-led-matrix/
sul master:
Progettista esperto di Tecnologie Emergenti