Laboratorio di Architettura Relazionale
Romalab è un laboratorio di ricerca finalizzato al confronto, l’elaborazione e la diffusione di nuove strategie di sviluppo della città.
In un momento di forte trasformazione globale e locale, di straordinaria innovazione tecnologica, inedita possibilità di comprensione della fitta rete di relazioni e di equilibri che caratterizzano la vita del pianeta, Laboratorio Roma nasce dall’esigenza di affermare il ruolo sociale del progetto e dunque la sua responsabilitˆ etica nei confronti della collettività e delle trasformazioni in atto.
Punto di partenza del laboratorio è dunque l’affermazione del valore e delle finalità sociali dell’architettura, pensata primariamente non come dialogo a due tra un committente e un progettista o tra un progettista e la sua opera, ma come momento di un dialogo plurale tra i molteplici soggetti che abitano un territorio, come strumento di sintesi tra esigenze, aspettative e desideri diversi, come forma di incontro tra il passato e il futuro di una comunità, come momento costitutivo dello spazio pubblico e condiviso di una collettivitˆ.
Obiettivo del laboratorio è quello di divenire un osservatorio critico dei fenomeni urbani per porre le basi di un nuovo pensiero resistente nei confronti di ogni modello di sviluppo che, tanto a livello locale quanto globale, non abbia come finalitˆ primaria la difesa dei valori della collettività, ed articolare un pensiero propositivo di scenari concreti e immaginari di nuove sostenibilità economiche, sociali ed ambientali.
Il modo in cui i nostri edifici e le nostre città funzionano, il modo in cui spazi pubblici e privati si limitano, si incontrano e si fondono, il modo in cui un territorio si apre e si struttura per forme di accoglienza, il modo in cui un’architettura “pesa” sul territorio e il contesto ambientale consumandone le risorse, il modo in cui una tecnologia avanzata diventa risorsa per il benessere collettivo, tutto questo e molto di più costituisce l’impatto fisico e concreto dell’architettura sul modo e sul mondo in cui viviamo.
Fare architettura significa cambiare un paesaggio, imprimere una deformazione, tracciare un margine, modificare equilibri, sistemi di relazione e di immaginazione: ecco perché la neutralità è impossibile, e anche l’ascolto, il dialogo e la composizione dell’esistente non possono che essere pratiche attive in cui si esprime un progetto di realtà.
Lavorare su questo progetto, interrogarsi cioè su quale realtà urbana costruire e come e, più in generale, interrogarsi su modalità e strategie per abitare la Terra costruendovi nuovi equilibri ecologici e sociali, è l’obiettivo del laboratorio.
La strategia operativa che il laboratorio propone è quella di affermare, accanto alla finalità sociale, anche la modalità sociale del fare architettura, ovvero la centralità di una elaborazione collettiva e condivisa di una visione delle emergenze, le potenzialità e le strategie complessive di sviluppo del territorio.
Da qui, il laboratorio come tavolo di ricerca comune a pi studi professionali caratterizzati da approcci e pratiche progettuali anche molto diverse ma concordanti sui presupposti e le finalità del laboratorio. Da qui, l’apertura del laboratorio a quanti, architetti, artisti, sociologi o semplicemente cittadini, siano interessati a partecipare.
Primo caso studio è Roma, osservata nella sua specificità ma anche come paradigma complesso della cittˆ contemporanea.
La prima fase operativa del laboratorio consisterà in una serie di esplorazioni dell’ultima città ovvero della città costruita negli ultimi quindici anni, nel tentativo di sviluppare una conoscenza reale della città recente ed elaborare una visione per la città futura.
Ogni esplorazione infatti sarà mirata a capire come è stata costruita la città, con quale idea di spazio pubblico, e di relazione tra spazio pubblico ed edilizia privata, con quali forme di margine, quale rapporto tra spazi verdi, aree agricole e città costruita, quali modalità di attraversamento e di servizio. A partire da questa analisi, in loco, della città esistente, si proverà a sviluppare delle visioni per le trasformazioni future del territorio.
Risultato atteso di questa prima fase del laboratorio è dunque una mappa della città costruita negli ultimi quindici anni e delle zone di espansione, una articolazione dei principi di fondo su cui ripensare lo sviluppo urbano, ed un insieme di visioni per la città futura.
Sul piano metodologico, uno dei risultati che il laboratorio si propone, è quello della verifica della efficacia di una modalità di lettura e progetto del territorio basata piuttosto che su un punto di vista unico, sull’accostamento programmatico di pratiche plurali.
L’ipotesi da verificare è appunto il valore e la potenzialità di questa pluralità di punti di vista per la realizzazione di uno scenario di analisi e progetto capace di cogliere la complessità e di restituire la ricchezza dei fenomeni urbani esistenti e degli scenari di trasformazione possibili.
marialuisa palumbo