Questo testo è stato pubblicato sul numero di gennaio della rivista Costruttori Romani.
Cosa fare per Roma? Come rilanciarla? Come ripensarla?
Esattamente un anno fa, conoscendo il lavoro che stavo portando avanti con l’Inarch, l’Acer e l’Assessorato alla Trasformazione Urbana come coordinatrice del Laboratorio Roma, Tobia Zevi mi telefonava ponendomi queste domande e invitandomi a partecipare ad un lavoro di studio sullo stato della città: sulle ragioni della sua crisi ma anche e soprattutto sulle sue possibili opportunità.
L’idea era quella di riunirsi intorno ad un tavolo, mettendo insieme giovani con specializzazioni diverse e provare a costruire un discorso complesso, sfaccettato, che affrontasse tutti gli aspetti della vita della città. Dall’economia, alla cultura, passando per il sociale, la mobilità, l’urbanistica e l’ambiente, non trascurando il nodo della macchina amministrativa.
Punto di vista di partenza ed elemento comune di tutte le analisi: la vita quotidiana dei cittadini romani.
Una serie di incontri, svoltisi sotto gli auspici di un tutor d’eccezione come Luciano Violante, hanno permesso al gruppo di confrontarsi e di aprirsi progressivamente a nuovi contributi. Dopo l’estate il gruppo è diventato una associazione e ha preso una forma pubblica attraverso una piattaforma online, con la pubblicazione di una serie di idee/proposte e l’invito ad inviare idee.
Mentre sul piano cittadino si consumava la terribile fine della giunta Marino (terribile dal punto di vista del disastro politico compiuto dal PD), RomaPuoiDirloForte rafforzava la propria ragion d’essere: tenere viva e aperta la discussione sulla città, costruire delle idee, delle prospettive, fissare degli orizzonti da raggiungere. Discutere, magari litigando ma discutere. A sostegno di una politica assente: incapace di elaborazione così come di un confronto pubblico sui propri obiettivi e sulle proprie scelte.
In questo senso, l’evento organizzato il 28 gennaio in Galleria Colonna, 180 minuti per presentare proposte per Roma, ha voluto costruire per qualche ora una scena pubblica allargata: un luogo di incontro, per capire come stare insieme, come andare avanti.
Cosa fare dunque per l’aria che respiriamo, per il nostro territorio, per i nostri edifici?
Entrando nel merito del mio contributo, io credo che la strada da portare avanti sia quella che la città ha intrapreso negli ultimi anni: tutela attiva e rigenerativa del territorio, attraverso una crescita della città nella città, non consumando nuovo suolo ma puntando alla riqualificazione dell’esistente, attraverso la costruzione di una nuova eco-nomia circolare, in cui le risorse (tutte) non diventino mai rifiuti.
Non è un obiettivo al ribasso: è un obiettivo al rilancio dell’immagine di una città al passo con le capitali europee. Un obiettivo che mette al centro dell’agenda urbana i temi della decarbonizzazione (attraverso una scelta radicale a favore delle energie rinnovabili e a favore della mobilità pubblica), della riqualificazione degli spazi pubblici (e della continuità della città attraverso il suo spazio pubblico) e degli edifici privati (lanciando un grande programma di riqualificazione del costruito), della condivisione, attraverso un largo coinvolgimento della comunità nella gestione dei beni comuni della città.
In tre punti, ecco cosa (secondo me) occorre fare.
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ROMA RINNOVABILE. Assumere come prioritario l’obiettivo della sostenibilità ambientale, impegnando la città in una vera e propria rivoluzione per abbattere le emissioni di Co2, attraverso una doppia campagna di rinnovamento edilizio e di diffusione di un modello distribuito di produzione di energia rinnovabile: pulita e locale. Una produzione da integrare con il costruito: edifici e spazi pubblici, nella città nuova e nel centro storico. Operativamente ciò significa coinvolgere i più significativi stakeholder nel settore Clima ed Energia, per produrre a breve termine un aggiornamento del PAES (Piano Ambientale per l’Energia Rinnovabile). Un aggiornamento che coinvolga i cittadini, attraverso formule di mobilitazione cooperativa che diano modo a tutti di dire “si, voglio fare il possibile per migliorare l’efficienza energetica della mia casa e alimentarla con energia pulita e rinnovabile, e questo Piano mi dà modo di farlo!”. In altri termini, va costruito un modello economico, procedurale e autorizzativo, che renda conveniente e facile per tutti partecipare al Piano. Roma potrebbe diventare così Capitale di Energia Rinnovabile.
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ROMA PRODUTTIVA. Ancora con l’obiettivo di costruire una maggiore sostenibilità e resilienza per la città, occorre disegnare l’ampliamento della Rete Ecologica già esistente individuando per ogni quartiere o rione della città, un cuore di spazi comuni da dedicare alla produzione locale di frutta e verdura, all’allevamento di api ed animali da cortile, alla raccolta e rigenerazione delle acque, al riuso dei rifiuti organici ed alla produzione di energia rinnovabile. Fattorie Urbane Multifunzionali: parchi e landmark di una nuova Roma produttiva, luoghi di accoglienza e di integrazione, di formazione e ricreazione. Alla Roma Policentrica del vecchio Prg occorre contrapporre una Roma Produttiva, capitale di biodiversità. Operativamente ciò significa cominciare a delineare un nuovo PRG in cui il tema dell’ambiente, dell’acqua, del cibo e dell’energia siano centrali.
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ROMA CITTA’ LABORATORIO. Elaborare un nuovo piano regolatore per Roma significherebbe ridare a Roma il ruolo di città laboratorio delle politiche nazionali. Se la pianificazione urbanistica è il luogo in cui si depositano tutte le scelte politiche e istituzionali che governano il territorio, una pianificazione integrata agli aspetti ambientali, energetici ed agroalimentari, è uno strumento per una nuova politica pubblica in grado di guidare lo sviluppo sostenibile di una città e di un paese. Adottare un nuovo PRG che integri come detto urbanistica e ambiente vorrebbe dire tornare a fare di Roma un laboratorio per la politica nazionale, riportando l’urbanistica, ovvero il tema dello sviluppo urbano sostenibile e resiliente, al centro dell’agenda di Governo.
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L'immagine è Roma Solare di Alberto Iacovoni.
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